Prosegue ed anzi si allarga il dibattito sul futuro della Camera di Commrcio di Ragusa che, secondo un recente emendamento al Decreto Sostegni-bis approvato proprio in questi giorni dalla Camera dei Deputati (il cosiddetto ‘emendamento Prestigiacomo’ dal nome della parlamentare siracusana) verrebbe scorporata da quella del sud-est con baricentro a Catania, per essere accorpata, insieme a quella aretusea, alla Camera di Commercio di Agrigento, Caltanissetta e Trapani che avrebbe la capofila in quest’ultima città. La Consulta provinciale delle associazioni di categoria di Ragusa, costituitasi da qualche mese (formata da Agci, Cna, Confagricoltura, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop e Sicindustria) ritiene doveroso far sentire la propria voce in merito e auspica “con il dibattito apertosi sulla riorganizzazione del sistema camerale in Sicilia, si colga l’opportunità per migliorare le scelte precedentemente fatte che hanno mostrato limiti evidenti” e chiede “un confronto urgente con tutti gli attori coinvolti”.
La consulta ragusana, dopo aver premesso che “la determinazione sulla nuova Camera da costituire non è assolutamente condivisibile, in quanto si tratterebbe con tutta evidenza di unire territori che poco hanno in comune tra di loro, prima di tutto da un punto di vista economico e sociale” fa la considerazione che “tuttavia, è altrettanto vero che, nel corso degli anni, la riforma attuata sulla base della legge Madia ha mostrato limiti evidenti in tutta Italia, mortificando in alcuni casi le istanze dei territori: pertanto è da giudicare in modo estremamente favorevole il fatto che l’approvazione della nuova norma (e qui sta il suo valore positivo) consente in ogni caso di riaprire una discussione ampia ed aperta che potrà portare a nuove soluzioni più vicine agli interessi reali delle imprese”.
Poi la consulta delle associazioni iblee aggiunge “c’è, infatti, la piena consapevolezza che la realtà delle imprese è profondamente distante dalle discussioni che in questi giorni stanno animando i tavoli della politica e dell’associazionismo, ma proprio per questo motivo risulta fondamentale che la possibilità di riorganizzare il sistema camerale in Sicilia venga attuata nella forma il più possibile vicina alle istanze delle imprese e che contribuisca a riportare le Camere di Commercio al ruolo di effettivo centro propulsore dello sviluppo economico dei territori”. Per finire, l’organismo unitario delle organizzazioni imprenditoriali della provincia di Ragusa si schiera con chiarezza “le associazioni di categoria costituenti la Consulta provinciale di Ragusa hanno una propria idea preferenziale per quanto riguarda la riorganizzazione del sistema camerale in Sicilia ed è quella che vedrebbe come obiettivo finale una Camera di Commercio autonoma formata dalle imprese dei territori di Ragusa e di Siracusa.
Tuttavia, le stesse associazioni sono assolutamente pronte al confronto che si aprirà partecipandovi con spirito di collaborazione e senza pregiudizi di sorta o posizioni precostituite”. Un altro autorevole intervento arriva dalla Cgil che senza peli sulla lingua afferma “Camcom di Ragusa con Trapani, Agrigento e Caltanissetta. Un’ accozzaglia di realtà e territori distante tra loro non solo geograficamente. Disinnescare l’emendamento “Prestigiacomo”. E aggiunge “l’emendamento approvato in Commissione Parlamentare all’interno del decreto “Sostegni bis”, riapre la discussione sugli accorpamenti già avvenuti in Sicilia delle Camere di Commercio, proiettando Ragusa verso una aggregazione con Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, appare come un atto di rappresaglia consumato a freddo, lontano dall’essere un provvedimento rivolto al miglioramento del sistema Camerale siciliano al servizio delle imprese”.
La segreteria della Cgil di Ragusa prosegue “premesso che il processo con il quale in questi ultimi anni sono state soppresse, abolite ed accorpate importanti strutture ed articolazioni Istituzionali dello Stato rappresenta un fallimento per i territori, in quanto ha indebolito fortemente la rappresentanza azzerando importanti funzioni di molte strutture periferiche. Vale ad esempio per le Province e anche per le Camere di Commercio. Infatti in questi primi anni di attività della Camera di Commercio del Sud –est di fatto abbiamo visto sparire quasi del tutto il ruolo della Camera di Commercio nel nostro territorio. Rimane il palazzo di Piazza Libertà, ma di fatto è finita la bella stagione quando la Camera di Commercio rappresentava il luogo di incontro e di discussione sulle questioni inerenti il sistema economico del territorio ragusano. L’accentramento su Catania ha rappresentato l’allontanamento di importanti funzioni di programma ed indirizzo e la conseguente fine di ogni confronto fra le parti sociali dei lavoratori, delle imprese e le Istituzioni”.
Nella nota della Cgil si legge poi “queste criticità ci portano a dire che un ripensamento generale sui processi così detti di semplificazione e razionalizzazione andrebbe rivisto a 360°, soprattutto per quanto riguarda le Camere di Commercio e le Province. Ma è altrettanto chiara la nostra valutazione negativa sull’ipotesi che emerge dall’emendamento “Prestigiacomo” approvato lo scorso 9 luglio a Montecitorio, attraverso cui si indica un cambio di scenario portando la Camera di Commercio di Ragusa ad accorparsi con Caltanissetta, Agrigento e Trapani.La riteniamo insensata e illogica perché il progetto del Sud –Est mette comunque in relazione un’area vasta in continuità geografica fortemente caratterizzata da sistemi produttivi locali molto interdipendenti, e una strategia comune sul processo di infrastrutturazione dell’intera area ricadente nelle tre province di Ragusa, Siracusa e Catania. Mettere assieme Ragusa con Trapani e Agrigento e Caltanissetta vuol dire realizzare una accozzaglia di realtà e territori distante tra loro non solo geograficamente.
Per questo è necessario respingere questa ipotesi e lavorare affinché l’emendamento Prestigiacomo venga disinnescato per evitare ogni possibile effetto pratico e aprire una discussione seria sugli assetti Camerali e sulla necessità di ritornare ad un ruolo centrale del sistema delle Camere di Commercio rispetto ai territori, soprattutto nelle realtà periferiche. L’ipotesi della Camera di Commercio del Sud-est va rivista al fine di restituire un protagonismo ai territori, così come è stato per decenni a Ragusa.”. (da.di.)