Commovente e partecipata. Sono i tratti distintivi della seconda edizione della Passione di Cristo raccontata e messa in scena, domenica sera, dalle comunità parrocchiali dell’Ecce Homo e di San Francesco di Paola a Ragusa. L’iniziativa si è tenuta sul sagrato della chiesa dell’Ecce Homo.
Nonostante le condizioni meteo non proprio favorevoli, sono stati in parecchi i fedeli ad assistere e a rimanere incantati dalla delicatezza e dalla pregnanza con cui i figuranti sono riusciti ad animare la sacra rappresentazione. La cornice, poi, nel centro storico superiore di Ragusa, è risultata molto suggestiva tanto da convincere gli organizzatori a valutare la possibilità, per una prossima edizione, magari già a partire dal 2020, di coinvolgere altre strade della zona. In ogni caso, è riuscita la scommessa del parroco dell’Ecce Homo, il sacerdote Giovanni Bruno Battaglia che regge pure le sorti della parrocchia di San Francesco di Paola, di fare interagire i componenti delle due comunità che hanno messo in scena un lavoro molto ben studiato, con le dovute pause e con una scenografia molto semplice ma d’effetto. Molto curati, poi, i costumi che hanno attirato l’attenzione dei numerosi presenti.
E’ dunque iniziata nella maniera migliore la Settimana Santa, un avvio in maniera solenne che, accogliendo le richieste dei laici, ha fatto sì che si potesse programmare un appuntamento di notevole richiamo come questo. L’aggregazione tra le due comunità è riuscita ma, soprattutto, si è rivelata vincente la scelta, a differenza dello scorso anno, di ambientare la Passione sul sagrato della chiesa. Un appuntamento che, così come già accaduto con il presepe vivente dello scorso dicembre, ha puntato a vivacizzare l’intera area del centro storico superiore, facendo sì che sempre più persone potessero accogliere le proposte, in questo caso religiose, che contribuiscono a invertire la tendenza alla desertificazione dell’intera zona.
La sacra rappresentazione ha messo in luce gli ultimi giorni di Cristo che culminano con l’evento della Risurrezione. L’altro obiettivo era quello di sensibilizzare giovani e meno giovani sul significato di questo grande sacrificio. Il parroco, don Battaglia, e gli organizzatori hanno ringraziato, inoltre, tutti coloro che, a vario titolo, si sono impegnati per la piena riuscita di questo appuntamento.