Ragusa – “Ci ritroviamo insieme vicino alla porta di casa. Lì entriamo ed usciamo, lì salutiamo chi entra e chi esce. La nostra porta di casa è un luogo importante, una soglia che separa e unisce, allontana e avvicina. Ma è anche luogo di sorprese: all’improvviso qualcuno può suonare. Chi sarà? Chi arriva? E se Gesù un giorno suonasse alla nostra porta di casa? Chi sarà pronto ad aprirgli?”. Così il direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale della salute, don Giorgio Occhipinti, mutuando i contenuti del sussidio liturgico-pastorale per i tempi di Avvento e Natale messo a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana. Sabato scorso, nella cappella dell’ospedale Civile di Ragusa, don Occhipinti ha presieduto il primo appuntamento religioso programmato in questo periodo di Avvento.
“Restiamo per qualche istante in silenzio – ha continuato don Occhipinti – e poi accenderemo una luce vicino alla nostra porta di casa, così che Gesù, venendo tra di noi, possa trovare un segno della nostra presenza e di benvenuto”. In occasione dell’appuntamento religioso di sabato scorso (gli altri si terranno nei tre sabati successivi, quindi il 5, il 12 e il 19 dicembre), si è proceduto all’accensione del primo cero della corona d’Avvento per i malati di Covid. I ceri sono quattro, uno per ogni appuntamento. In più, è stato collocato un cero bianco al centro, già acceso, per gli infermieri, i medici e gli operatori sanitari e per il loro servizio che svolgono con competenza, dedizione massima e perseveranza.
“Sempre vicino a tutti voi – ha detto don Occhipinti – con la preghiera”.