A maggio riprenderanno le attività espositive del Teatro Donnafugata, con una mostra di opere originali e mai esposte prima. In uno dei più prestigiosi palazzi nobiliari dell’incantevole Ragusa Ibla, Palazzo Arezzo Donnafugata, da quasi due secoli trovano dimora particolari statuine in terracotta dipinta. Sono state realizzate da Giacomo Vaccaro e dal nipote Giuseppe Bongiovanni Vaccaro, celebri “figurinai” di Caltagirone che hanno operato nella seconda metà dell’Ottocento. Le loro sculture raccontano quella Sicilia che ritroviamo nei libri di Verga e Capuana, attraverso scene della quotidianità del tempo. Tenute finora lontane dallo sguardo estraneo, dal 15 maggio al 30 giugno saranno le protagoniste della mostra “Genti di Sicilia. Opere dalla Bottega Bongiovanni Vaccaro a Palazzo Arezzo Donnafugata”, allestita al Teatro Donnafugata di Ibla. Promossa dall’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana e organizzata dall’Associazione Donnafugata 2000, l’esposizione è curata dallo storico dell’arte e saggista Costantino D’Orazio.
Quando l’incertezza del futuro si fa più pressante come in questo periodo, il passato si riappropria del suo ruolo di radice solida a cui aggrapparsi e diventa stimolo all’azione. “Genti di Sicilia”, nata durante il lockdown dell’Autunno 2020, prende linfa da questo impulso al fare attraverso la riscoperta del proprio trascorso: parla di Sicilia, di quotidianità lontana che si fa rassicurante, quasi catartica in questo presente. È un omaggio all’arte dei mastri Bongiovanni Vaccaro, ma è di più: è tributo alla Sicilia che è stata e che sarà. Il progetto prevede la creazione di un “circuito sulle tracce dei Bongiovanni-Vaccaro” che vede Ragusa come prima tappa per poi coinvolgere altre città della Sicilia Sud-orientale, attraverso collaborazioni virtuose tra istituzioni pubbliche e private.
“La mostra si presenta come un’occasione straordinaria per studiare la storia e la tecnica dei Bongiovanni Vaccaro e dei figurinai di Caltagirone – spiega il curatore Costantino D’Orazio – che nella seconda metà dell’Ottocento fotografano con grande acume e spirito d’osservazione scene di vita quotidiana caratterizzate da un’originale vivacità. Dai mendicanti ai calzolai, dalle mamme alle prese con i propri pargoli ai contadini impegnati con gli animali, fino ai borghesi di recente benessere, Genti di Sicilia è una delle collezioni più ricche di soggetti prodotti dalla celebre bottega calatina e offre al suo pubblico uno spaccato intenso della storia siciliana”.
Storia e tradizione familiare, dunque: un binomio che sarà rappresentato dalle opere nella loro fisicità e dal catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, che con dovizia di particolari ricostruirà la creazione dal punto di vista storico-artistico, antropologico e tecnico di queste meravigliose opere. “Per il Teatro Donnafugata è un onore grande proporre la mostra Genti di Sicilia – commenta Vicky DiQuattro che insieme alla sorella Costanza cura la direzione artistica del teatro ibleo – soprattutto attraverso una formula di grande respiro e con il supporto di prestigiose collaborazioni. In un momento storico come quello che viviamo, si avverte la necessità di “partecipare” e “ricordare”: pertanto diventa indispensabile, oltre all’attenzione consueta verso la tutela, valorizzare e rendere fruibile il patrimonio culturale nel convincimento che la conoscenza genera appartenenza e coinvolgimento”.
Oltre al testo del curatore D’Orazio, il catalogo della mostra presenta i contributi dell’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana della Regione Sicilia Alberto Samonà, di Vicky DiQuattro, direttrice artistica del Teatro Donnafugata insieme a Costanza DiQuattro, autrice del libro Donnafugata (La Nave di Teseo), della storica dell’arte Valentina Bruschi, del giurista Giacomo Pace Gravina, dell’architetto Nunzio Gabriele Sciveres e del ceramista e professore Antonio Navanzino. Il progetto del percorso della mostra è dell’architetti Nunzio Sciveres e Federico Guarini. Le foto in catalogo sono di Giuseppe Bornò.