A Ragusa sabato 15 maggio sit in in solidarietà al popolo palestinese organizzato dai libertari. Intanto Monii Ovadia dichiara “schierarsi: dalla parte dei palestinesi, cioè dalla parte degli oppressi. Essere ebrei, e io lo sono, significa stare dalla parte dei più deboli”. Difficile, molto difficile, in questo momento, schierarsi a favore di Israele o del popolo palestinese mentre i venti di guerra investono non solo la striscia di Gaza ma anche le città stesse israeliane obiettivo della pioggia di razzi di Hamas. Ma la difficoltà di schierarsi non deve comunnque togliere lucidità ai ragionamenti e far dimenticare, nel tormentato ed annoso problema palestinese chi sia Davide e chi Golia. Mentre la maggioranza della stampa italiana condanna la pioggia di razzi provenienti dalla striscia di Gaza che sta facendo vittime innocenti tra la popolazione civile israeliana, non si dimentichi però il pugno di ferro che il governo del paese di David ha sempre usato non solo nei confronti dei miliziani armati di Hamas ma anche, e forse soprattutto, verso i palestinesi.
Senza dimenticare che nel 1948, tra il disinteresse ed il silenzio cinico dei paesi occidentali vincitori del secondo conflitto mondiale, i sopravvissuti all’Olocausto lottarono per avere la propria Terra promessa ma senza dimenticare nemmeno i palestinesi che divennero cittadini di serie B, se non addirittura stranieri, nella loro stessa terra. Pertanto dopo aver assististo nei telegiornali alle cronache delle manifestazioni pro Israele, diamo spazio anche alla manifestazione che i libertari di Ragusa (il gruppo anarchico e il comitato di base No Muos) hanno organizzato per sabato 15 maggio nel pomeriggio, in piazza S. Giovanni a Ragusa. Un sit in in solidarietà con il popolo palestinese nel presentare il quale gli organizzatori dichiarano “la gravissima situazione venutasi a creare a Gerusalemme Est e nella striscia di Gaza ha portato allo scoperto per l’ennesima volta l’irrisolta questione palestinese: un popolo il cui diritto ad avere una terra e una propria amministrazione, viene negato dallo Stato di Israele, supportato e armato dalle grandi potenze occidentali. I diritti dei palestinesi vengono continuamente violati; i loro territori colonizzati e occupati militarmente da Israele con la complicità di USA, Unione Europea e di una ONU impotente.
Con l’ultima provocazione imbastita da Netanyahu – l’esproprio di alloggi di proprietà di famiglie palestinesi per completare l’annessione di Gerusalemme Est – è scattata una trappola funzionale alla politica interna del capo del governo, in questo momento in forte crisi e bisognoso di raccogliere attorno ad una guerra il consenso dei partiti necessario a formare il nuovo governo. Il popolo palestinese sta combattendo per la propria libertà con la dignità di sempre; le pietre contro i mitra e i carri armati. I bombardamenti della città di Gaza e la probabile invasione dell’esercito del territorio palestinese, stanno mietendo decine e decine di vittime, in gran parte civili e distruggendo interi quartieri. Hamas, che governa la striscia di Gaza grazie ad un clima di guerra perenne, cerca di sfruttare l’occasione per accrescere i suoi consensi dovuti in gran parte a disperazione e al fatto che non si intravede una via d’uscita ad una situazione che si protrae da 80 anni. 80 anni in cui il genocidio della popolazione palestinese è andato avanti, ed ora lo Stato sionista è deciso a compierlo fino in fondo. Contro ogni guerra e ogni opzione militarista, noi che lottiamo per liberare la Sicilia dall’occupazione militare americana e della NATO, ci sentiamo vicini e solidali con la lotta del popolo palestinese per la dignità, l’autodeterminazione, la libertà”.
Non aggiungiamo alcun commento, non è nostro compito. Ma vogliamoo solo riportare una considerazione di Moni Ovadia che, crediamo molto alle coincidenze, proprio stamattina abbiamo letto su Fanpage, in un articolo di Davide Falcioni. Moni Ovadia, attore, musicista e scrittore di origini bulgare e di cultura ebraica, osserva “da anni Israele occupa illegalmente le terre dei palestinesi e sottopone a continue e quotidiane umiliazioni quel popolo nell'indifferenza della comunità internazionale. Quello di Israele è un governo razzista e segregazionista" ed aggiunge “Isaia, capitolo 1, versetto 17. Imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l’oppresso, fate ragione all’orfano, difendete la causa della vedova”.
Così commenta l’ennesima aggressione dell’esercito israeliano ai danni di citadini palestinesi cacciati – dai coloni israeliani – dalle loro case a Gerusalemme Est, poi bombardati da una delle aviazioni più potenti del mondo nella Striscia di Gaza. Ovadia non ha dubbi sul dove schierarsi: "dalla parte dei palestinesi, cioè dalla parte degli oppressi. Essere ebrei, e io lo sono, significa stare dalla parte dei più deboli”. (daniele distefano)