ROMA – Che si tratti di un prodotto di punta per la Rai lo dimostra la presenza alla conferenza stampa di questa mattina del presidente Marcello Foa e dell’ad Fabrizio Salini.
Parliamo de ‘Il nome della rosa’, la serie tv tratta dall’omonimo best seller di Umberto Eco che, a piu’ di trent’anni di distanza dal celeberrimo film con Sean Connery, arriva su Raiuno (da lunedi’ 4 marzo) in quattro puntate. A produrla sono state 11 Marzo Film e Palomar, con collaborazione con Rai Fiction e Tele Munchen Group. Ne sono protagonisti, per la regia di Giacomo Battiato, John Turturro (nei panni di Guglielmo da Baskerville), Damian Hardung (Adso), Rupert Everett (Bernardo Gui), Fabrizio Bentivoglio (Remigio da Varagine), Greta Scarano (Margherita e Anna, moglie e figlia di Dolcino, due personaggi che nel romanzo non ci sono), Stefano Fresi (Salvatore) e Roberto Herlitzka (Alinardo), con la partecipazione straordinaria di Alessio Boni (Dolcino).
John Turturro, che non ha mai visto il film con Sean Connery e ha letto il libro di Umberto Eco solo dopo avere letto la sceneggiatura della serie ("L’ho trovato bellissimo") si dice felice di avere interpretato il ruolo di Guglielmo da Baskerville di cui ha apprezzato in particolare "l’idea che la conoscenza e’ una protezione verso il potere". Entusiasti anche Bentivoglio ("Il personaggio di Remigio aggiunge tanto alla mia carriera"), Fresi ("Ho lavorato con attori i cui film di solito vado a vedere al cinema, non potrei chiedere di piu’"), Herlitzka e Scarano.
Naturalmente sarebbe ipocrita dire che sulla serie non aleggia il "fantasma" del film con Connery. Battiato spiega: "Il film e’ molto forte e rende i personaggi estremi. Noi, con otto ore a disposizione, abbiamo usato un’altra impostazione".