La Commissione europea ha inflitto a Google un’ammenda pari a 1,49 miliardi per violazione delle norme antitrust dell’UE, per abuso della propria posizione dominante sul mercato dell’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca.
In particolare, secondo la Commissione Google ha abusato della propria posizione dominante sul mercato imponendo una serie di clausole restrittive nei contratti con siti web di terzi che hanno impedito ai concorrenti di Google di inserire su tali siti le proprie pubblicità collegate alle ricerche. Per Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, "Google ha consolidato la propria posizione dominante nella pubblicità collegata alle ricerche online, mettendosi al riparo dalla pressione della concorrenza con l’imposizione di restrizioni contrattuali anticoncorrenziali ai siti web di terzi. Si tratta di pratiche illegali ai sensi delle norme antitrust dell’UE.
Tale condotta illegale si è protratta per oltre 10 anni, negando ad altre società la possibilità di competere sulla base dei meriti e di innovare e ai consumatori di godere dei vantaggi della concorrenza". La decisione conclude che Google detiene una posizione dominante almeno dal 2006. Ciò dipende in particolare sulle quote di mercato molto elevate detenute da Google, che sono state superiori all’85% per la maggior parte del periodo. Il mercato "è inoltre caratterizzato da notevoli ostacoli all’accesso, tra cui gli ingenti investimenti iniziali e continui necessari per sviluppare e mantenere una tecnologia di ricerca generica, una piattaforma di pubblicità collegata alle ricerche e un portafoglio sufficientemente ampio sia di publisher che di inserzionisti". Google avrebbe "abusato di questa posizione dominante impedendo ai suoi concorrenti di competere nel mercato dell’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca"