Il mercato dell’auto italiano e’ "disorientato e in calo". Non ha dubbi Adolfo De Stefani Cosentino, 71enne presidente di Federauto, l’associazione che dal 1945 raggruppa i rivenditori di auto, e che oggi rappresenta 1.300 imprese in Italia.
"Il 2019 e’ un anno molto difficile e complicato, e chiuderemo in calo a 1,8 milioni di auto vendute. Lo avevamo previsto anche prima del bonus-malus ecologico del Governo" spiega all’ITALPRESS il numero uno di Federauto, la cui famiglia vende auto a Ravenna da quattro generazioni. Per De Stefani Cosentino la misura varata dal Governo a favore dei veicoli piu’ ecologici "ha impattato a livello psicologico. A livello ambientale pero’, piu’ che i diesel, riteniamo che il vero problema in Italia sia il parco circolante vecchio e obsoleto: se avessero voluto ridurre l’inquinamento. Servivano incentivi a chi rottama vecchie vetture omologate fino a Euro 3, chi oggi le possiede o fa pochissimi km o non ha i soldi per cambiare l’auto.
In entrambi casi, stimiamo una propensione all’acquisto bassa, e una capacita’ di spesa attorno agli 8.000 euro. Senza incentivi non cambieranno auto, aumentando quello che io chiamo l’effetto Cuba. Dal 1960 quando e’ scattato l’embargo, hanno iniziato a riparare le auto americane con il fil di ferro, e hanno continuato a usarle per 50 anni. Lo stesso succede in Italia adesso, fin quando possono andare avanti continuano con la vettura che gia’ posseggono, ecco perche’ il mercato e’ stanco. Siamo in una confusione mai vista, se poi aggiungiamo che l’economia non e’ florida, l’andamento e’ logicamente sforzato".
Alla domanda su cosa servirebbe, il presidente di Federauto risponde: "Mediamente la spesa per un’auto nuova e’ di 22.500 di media. Rispetto agli ottomila di cui parlavamo prima c’e’ una bella differenza, ma e’ qui dove si deve intervenire se guardiamo all’ambiente. Chi compra un’auto elettrica spende mediamente 38.000 euro, e stando ai nostri dati, ha gia’ altre due vetture in garage. A loro diamo gli incentivi? E’ uno strabismo del Governo". Per De Stefani Cosentino sarebbe stato meglio "incentivare le colonnine di ricarica elettrica, che a fine 2018 erano solo 4.500.
In Norvegia c’e’ una colonnina ogni 3,9 auto elettriche, da noi una ogni dieci dicono le statistiche, questo numero di centraline di ricarica puo’ accontentare un circolante di 45.000 vetture circolanti, che su un parco di 39 milioni non risolvono il problema".