"Ti scrivo in merito alla perdurante condotta della nave Sea Watch 3, battente bandiera olandese, tuttora in acque internazionali, al largo delle coste italiane, con 42 migranti a bordo.
La nave, rifiutando il POS indicato dalle competenti Autorita’ libiche, ha deciso, malgrado il luogo ove era avvenuto l’evento, di far rotta verso l’Italia e di considerare il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo Italiano responsabile per l’individuazione del porto di sbarco, in spregio al riparto delle competenze e alla normativa in materia. Pur avendo richiesto, sin dall’inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera – a Voi – non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta". Cosi’ il ministro e vice premier, Matteo Salvini, nella lettera inviata ad Ankie Broekers-Knol, segretario di Stato olandese per la Sicurezza e la Giustizia.
"Nella ferrea determinazione di far ingresso in acque italiane, in assenza di qualsivoglia nostra competenza al riguardo e anzi in violazione del quadro normativo internazionale e nazionale, il comandante – pur a fronte del provvedimento, legittimamente emesso dall’Italia, di divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale – ha deciso di far stazionare la nave in acque internazionali, al largo delle coste italiane, con il palese intento di ottenere l’autorizzazione allo sbarco in un nostro porto. Ma, a fronte di tale condotta, l’Italia non puo’ consentire – sottostando a un ‘ricatto morale’ – che le proprie leggi vengano calpestate e rese parole vuote.
E’ necessario e urgente, pertanto, un Vostro intervento nei confronti della nave Sea Watch 3 e del suo comandante ed equipaggio affinche’, nel doveroso esercizio della Vostra e loro responsabilita’, sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo".