Roma – Coronavirus e scuole in Italia. Sembra ormai quasi decisa la linea annunciata dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, ovvero che la scuola riaprirà il 1 settembre e che gli esami di maturità 2020 si terranno a giugno anche se rimane da stabilire se si terranno scuola o tramite la didattica a distanza. La scuola riaprirà il 1 settembre per gli studenti che hanno accumulato uno o più debiti formativi durante le lezioni in presenza oppure in questi mesi di didattica a distanza.
Nel decreto scuola veniva indicata la data del 1° settembre come inizio delle attività di recupero ma il calendario è regionale e dunque va concordato con i governatori. Con ogni probabilità il rientro a scuola sarà basato sul distanziamento tra gli studenti e probabilmente sull’alternanza tra lezioni in presenza e didattica a distanza in sottogruppi delle singole classi. A meno che la task force appena nominata in vista della riapertura di settembre non suggerisca misure differenti. Agli esami di Stato verranno ammessi tutti gli studenti, sia all’esame di terza media che a quello di maturità.
L’esame di terza media con ogninprobabilità consisterà in una semplice “tesina” scritta dello studente su cui la commissione esprimerà il giudizio finale mentre per gli esami di maturità con la scelta ormai evidente di non ripartire con le lezioni in presenza scatta lo scenario B previsto dal decreto Scuola in caso di non ritorno in classe entro il 18 maggio: ci sarà solo l’orale che durerà circa un’ora e spazierà su tutte le materie. Per i privatisti sia l’esame preliminare sia la maturità si svolgeranno invece a settembre.Il ministero sta lavorando per farlo svolgere in classe a partire dal 17 giugno e non online. Gli esami di maturità si terranno con sei componenti della commissione, tutti interni, e un presidente esterno. La valutazione finale dell’esame di maturità sarà sempre in centesimi. In una condizione normale il curriculum scolastico degli ultimi tre anni poteva valere fino a 40 punti e l’intero esame gli altri 60.
Se si volesse lasciare intatta questa ripartizione ad attribuire tutti e 60 punti sarebbe il colloquio. Ma la scelta finale anche qui è affidata all’ordinanza della ministra Azzolina che dovrà anche individuare i criteri per la lode.