Roma, 28 apr. – "C'è grossa delusione. Noi chiediamo la riapertura il 18 maggio insieme alle altre attività commerciali". E' quanto afferma all'Adnkronos Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, Associazione nazionale imprese cosmetiche, secondo il quale è "incomprensibile" la decisione sulle riaperture annunciata ieri dal presidente del consiglio Giuseppe Conte e lo slittamento all'1 giugno per il ritorno al lavoro di centri estetici e parrucchieri.
"Noi partiamo da un concetto chiave: il settore di parrucchieri ed estetiste, compreso in quello della cosmesi, per norme igienico-sanitarie si avvicina di più alle norme che stiamo scrivendo ora", osserva Ancorotti secondo il quale l'emergenza coronavirus "non ci ha colto impreparati. Tra i settori il nostro è il più pronto per ricevere queste norme".
Il presidente di Cosmetica Italia ricorda che molte procedure sono già nel 'dna' di queste imprese e aggiunge: "Abbiamo una proposta di documento comportamentale" che prevede, tra l'altro, "l'uso di mascherine e guanti monouso, la visiera in plastica quando si lavora di fronte a un cliente, materiale monouso (come del resto già avviene ad esempio per gli asciugamani), igienizzanti e antibatterici per gli ambienti, sterilizzazione degli strumenti che del resto già avviene, igienizzazione dei luoghi e degli spazi di lavoro".
Molte precauzioni già sono realtà normalmente, osserva Ancorotti secondo il quale "si tratta di aumentare l'attenzione". Quello dei parrucchieri e degli estetisti "è il secondo settore, dopo l'edilizia, per numero di addetti – aggiunge il presidente di Cosmetica Italia – Ci sono 300mila famiglie che da mesi vedono il nulla assoluto: spostare la riapertura all'1 giugno è un massacro".
Il rischio, prosegue, è anche che aumenti "il sommerso, in contrarietà ad ogni norma di sicurezza e al fisco". Le imprese del settore chiedono di poter "aprire il 18 e di poter lavorare sette giorni su sette con ampi orari di apertura". Riguardo ad alcune proteste che si registrano già oggi in alcune città, Ancorotti osserva: "Noi vogliamo colloquiare per vie istituzionali e ragionevoli, ma le persone sono altamente destabilizzate. C'è un problema economico fondamentale".
Le imprese sono pronte a riaprire in sicurezza: "Ma una volta assolta la questione sicurezza bisogna coniugarla anche con l'economia altrimenti rischiamo una catastrofe sociale". "In altri Paesi, che hanno iniziato il lockdown dopo di noi, queste attività hanno già riaperto e ci sono già protocolli condivisi per ripartire in sicurezza nel più breve tempo possibile", conclude il presidente di Cosmetica Italia secondo il quale in Italia anche "il virus della burocrazia va sconfitto".