Roma, 6 mag. – di Antonio Atte. Riunione in video-conferenza tra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Un'occasione, spiegano fonti pentastellate, per fare chiarezza dopo la polemica che ha investito il guardasigilli alla luce delle parole del Pm Nino Di Matteo sulla sua mancata nomina alla guida del Dap. A quanto apprende l'Adnkronos, Bonafede ha ribadito la sua versione dei fatti respingendo le accuse secondo cui la scelta di non designare più Di Matteo a capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria sarebbe stata influenzata dai timori dei boss mafiosi.
Molte, tra i parlamentari grillini, le voci a sostegno del ministro. Ma non sono mancate le critiche. Diversi eletti, infatti, avrebbero lamentato una "latitanza" del guardasigilli nel dialogo con i parlamentari: "Ti chiediamo di partecipare di più e di ascoltare di più". E c'è chi domanda al ministro le ragioni della nomina di Basentini, prima, e di Petralia, poi, alla guida del Dap al posto di Di Matteo. Il ministro, nel corso della videoconferenza a cui hanno partecipato circa 130 parlamentari tra deputati e senatori, si è assunto la responsabilità delle precedenti nomine e ha fatto appello all'unità per superare le divisioni: la lotta alla mafia richiede un fronte comune e non spaccature, il senso del ragionamento di Bonafede, che ha rivolto anche un messaggio conciliante verso Di Matteo (non ne faccio una questione di orgoglio personale, la sintesi del suo pensiero).
Tra gli interventi, quello della deputata Piera Aiello, testimone di giustizia, la quale ha sottolineato la necessità di "rimettere insieme due figure fondamentali" come Bonafede e Di Matteo per proseguire l'azione di contrasto alla criminalità organizzata.