Roma, 17 mag. – Una suora calabrese, sulla strada della santificazione, potrebbe diventare patrona dei migranti calabresi, un simbolo importante nel mondo per quanti vivono sulla pelle il dramma degli invisibili. Suor Eufrasia è conosciuta soprattutto in Calabria, particolarmente a Castelsilano, ma la sua fama di religiosa in prima linea per gli ultimi è uscita dai confini calabresi grazie a papa Francesco e alla certosina opera di divulgazione che da tempo porta avanti don Francesco De Simone, parroco di Castelsilano.
È stato Jorge Mario Bergoglio a indire, nel 2012 da cardinale a Buenos Aires, il processo diocesano per madre Eufrasia, appartenente alle Figlie dell'Immacolata Concezione di Buenos Aires. Da allora don Francesco non si è risparmiato per portare avanti la conoscenza delle opere di questa suora che è stata dichiarata venerabile nel 2019 e di cui è al vaglio un presunto miracolo. “In questi giorni – racconta all'Adnkronos il parroco di Castelsilano – invito le persone a rivolgersi a madre Eufrasia per liberarci dalla pandemia anche se naturalmente la venerazione ufficiale non è ancora riconosciuta. La suora potrebbe diventare un punto di riferimento spirituale per Castelsilano che ancora non ha un santo a cui votarsi”.
Come racconta don De Simone, madre Eufrasia è la nipote di una suora che fondò un primo nucleo di suore che pregavano, studiavano e al tempo stesso lavoravano, insomma, “una pioniera del modello imprenditoriale”, per dirla con il parroco di Castelsilano che ricorda il grande lavoro che madre Eufrasia ha fatto in Argentina, ancora giovanissima, per aiutare gli emigranti italiani e spagnoli. “Molte volte – ricorda ancora il sacerdote – c'erano donne che pur di non perdere il lavoro abbandonavano i bambini. Le suore di madre Eufrasia si occupavano anche dei tanti orfani. Il loro è sempre stato un lavoro a vasto raggio, sempre al servizio dei più bisognosi”.