ROMA – Il 29% degli italiani consiglierebbe al proprio figlio di fare l’agricoltore, il 74% è convinto che per il lavoro che fanno, gli agricoltori guadagnano poco, per il 25% tengono viva la tradizione agricola, per il 15% danno lavoro. Sono alcuni dei dati emersi dal 10° Rapporto ’’Gli italiani e l’agricoltura’’ dal titolo ’’Agricoltura e Territorio: la distintività dell’agroalimentare italiano per il rilancio dell’economia’’, un monitoraggio che va avanti da 10 anni sul legame tra gli italiani e l’agricoltura. I dati sono stati presentati nel corso di un convegno promosso da Fondazione UniVerde e Noto Sondaggi in collaborazione con Fondazione Campagna Amica, Coldiretti e SOS Terra Onlus e organizzato in partnership con TeleAmbiente, Italpress, ASACERT – Assessment & Certification, Ecopneus, Centrale del Latte del Frusinate, Agriconsulting – Tenuta agricola Cesarina.’’Se siamo arrivati al decimo anno di questo rapporto è perchè, proprio 10 anni fa, decidemmo di capire come stava cambiando e maturando l’atteggiamento degli italiani nei confronti dell’agricoltura’’, ha detto Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde. ’’Si doveva dare una garanzia ai consumatori contro un’agricoltura iper industrializzata. Abbiamo visto quanti apprezzamenti ci sono verso la campagna ‘io mangio italianò e la campagna ‘no fake food’, questo dimostra come i cittadini non solo vogliono mangiare italiano ma voglio sapere cosa mangiano. Chi ha fatto questo prodotto? Come lo ha fatto? Dai dati di questo rapporto esce la grande attenzione alla certificazione, alla territorialità’’, ha aggiunto.Di attenzione alla certificazione, nel campo della ristorazione, parla anche Fabrizio Capaccioli, managing director ASACERT: ’’Diversi anni fa sul tema abbiamo trovato un vuoto normativo e legislativo, forse non se ne sentiva la necessità. Ci siamo resi conto, per esempio che nella ristorazione italiano all’estero, c’è di tutto fuorchè italiano. Abbiamo iniziato a certificare ristoranti, e ne abbiamo trovati alcuni 100% italiani nonostante siano all’estero, luoghi dove si può mangiare esattamente come si mangia in Italia, gustando prodotti del nostro territorio’’.Ettore Prandini, presidente nazionale Coldiretti, ha raccomandato l’attenzione e la tutela del patrimonio del nostro paese: ’’abbiamo un patrimonio unico che noi dobbiamo saper vendere meglio e ancor di più nei prossimi anni: Roma, turismo, agricoltura rappresentano un ruolo importante in Italia. Mai come oggi noi abbiamo la necessità di rafforzare la collaborazione e la visione strategica che il paese si deve dare serve un grande piano di comunicazione che faccia scoprire agli italiani ciò che di bello l’Italia può offrire’’.All’appello del presidente di Coldiretti ha risposto Carlo Cafarotti, assessore allo Sviluppo Economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale: ’’la Capitale si è messa nelle condizioni di pianificare sul settore importantissimo dell’agricoltura, che troppo spesso viene messo da parte. Dare la centralità di questo settore e dargli la giusta importanza economica è fondamentale, per questo abbiamo programmato una pianificazione strategica con tutti gli stakeholders, questa pianificazione darà dei risultati importanti’’.Importanti esempi di tutela e promozione del territorio arrivano dalla Tenuta Agricola Cesarina: ’’Un’azienda totalmente biologica, dentro Roma, una risorsa per il territorio, avendo la possibilità di investire proprio su questo territorio, noi vogliamo essere a servizio della città per esempio con programmi di turismo rurale’’, il commento dell’amministratore delegato, Arturo Semerari. Infine il presidente della Centrale del Latte del Frusinate, Domenico Giudici: ’’La nostra è una start up agroalimentare e credo sia la prima e l’unica azienda con il 100% dei prodotti fatti con il 100% del latte del Lazio’’.