GENOVA – ’’Il Modello Genova interpreta la concretezza dei genovesi, quella concretezza del parlare poco e realizzare le cose. Questo modello dobbiamo traslare in Italia, in modo tale che tutte le parti coinvolte lavorino insieme per la realizzazione di un’opera. L’Italia non deve più essere il Paese dei blocchi e delle opposizioni. Davanti all’emergenza economica e sociale che ci obbliga a pensare ad una ricostruzione paragonabile a quella post-bellica, dobbiamo creare fiducia nel futuro ed evitare il peggiore dei mali: l’immobilismo e l’inerzia’’. Lo ha detto Pietro Salini, Amministratore Delegato Webuild, intervenendo alla tavola rotonda ’’Il modello Genova per il rilancio del Sistema-Paese’’, nell’ambito della quarta edizione del Forum ’’Liguria 2022’’ promosso da The European House – Ambrosetti. ’’In tutte le regioni italiane dove le opere non esistono o sono bloccate, a partire dalla Liguria, dobbiamo replicare il modello efficiente applicato per la costruzione del nuovo Ponte di Genova – ha proseguito Salini -, unendo tutte le parti in uno sforzo congiunto tra istituzioni, imprese, organizzazioni sindacali per progettare e realizzare infrastrutture strategiche a medio-lungo termine, per irrobustire la struttura economica e produttiva del paese e permettere alle nuove generazioni di poter finalmente intravedere un paese motore di opportunità. L’esperienza che abbiamo fatto con questo progetto e con il Commissario Bucci e il Governatore Toti ha dimostrato che le opere si possono fare, seguendo sempre la normativa, sia essa italiana o europea. Stiamo vivendo la più grande emergenza nazionale dal dopoguerra, sono a rischio 400-500 miliardi di PIL da oggi al 2021, e con il PIL sono a rischio milioni di posti di lavoro, con conseguente continuo crollo della domanda sul mercato. Per poter far ripartire il Paese in sicurezza – ha aggiunto Salini – dobbiamo puntare su un sistema infrastrutturale articolato orientato ad un futuro più sostenibile, con un piano da almeno 100-150 miliardi di euro’’.