Roma, 4 ago. – Crescono nel 2019 i farmaci acquistati dai cittadini di tasca propria. I medicinali di fascia C registrano una spesa di 5,7 miliardi di euro – con un aumento del 6,6% – di cui il 53,6% per farmaci acquistati con ricetta e il 46,4% per i medicinali di automedicazione Sop e Otc. Lo rileva il Rapporto nazionale OsMed 2019 'L'uso dei farmaci in Italia', realizzato dall'Agenzia italiana del farmaco. Anche quest'anno benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano i prodotti a maggiore spesa.
L'analisi su antipiretici e Fans mostra un andamento stabile dei consumi negli anni, registrando per il 2019 paracetamolo e ibuprofene quali principi attivi a maggiore spesa e consumo. Il paracetamolo inoltre rappresenta il principio attivo a maggiore spesa per i farmaci di classe C. Tra i farmaci di fascia A, l'associazione amoxicillina – acido clavulanico e il pantoprazolo risultano essere a maggior spesa, seguiti dal ketoprofene.
Nel 2019 in Italia sono state consumate ogni giorno 1.604,5 dosi di medicinali ogni 1000 abitanti, con un aumento del +2% rispetto all'anno precedente. Il 72% delle dosi è erogato a carico del Ssn e il restante 28% acquistato direttamente dal cittadino (soprattutto medicinali di fascia C con ricetta).
Le dosi consumate giornalmente in regime di assistenza convenzionata sono state 987,7 ogni mille abitanti, registrando un andamento pressochè stabile rispetto all'anno precedente (+0,9%). In regime di assistenza territoriale pubblica e privata, sono state erogate quasi 2 miliardi di confezioni di farmaci, 0,3% in meno rispetto al 2018.
Nel 2019 in Italia, inoltre, la spesa farmaceutica pro capite, comprensiva dei medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, è stata pari a 384,43 euro. Dall'analisi scopriamo che circa 7 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci, il 62% tra gli uomini e il 71% tra le donne.
La spesa pro capite e i consumi, d'altronde, crescono con l'aumentare dell'età: la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi di medicinali.
Secondo il report, nel 2019 la spesa totale, pubblica e privata, è stata pari a 30,8 miliardi di euro, di cui il 76,4% rimborsato dal Ssn, con un aumento sia di quella pubblica (+5,3%) che di quella privata (+7,2%). In dettaglio, la spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata pari a circa 13,5 miliardi di euro (218,94 euro pro capite) e ha registrato un forte aumento (+10,9%), anche di consumi (+5,9%).
La spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è stata pari a 21,1 miliardi di euro con un incremento rispetto all'anno precedente dell'1,6%. Si registra inoltre “un aumento della spesa privata importante (+5,5%), trainata da una crescita dell'acquisto privato dei farmaci di classe A (+13,5%) e di classe C con ricetta (+6,6%)”. La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella dei farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto di classe A, è stata di 12,2 miliardi di euro, con una riduzione dell'1,3% rispetto all'anno precedente, determinata dalla diminuzione della spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto (-3,0%). Altro elemento interessante: la spesa a carico dei cittadini, comprendente la spesa per compartecipazione (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo di riferimento) per i medicinali di classe A acquistati privatamente e quella dei farmaci di classe C, ha registrato una riduzione dell'1,7% rispetto al 2018 e un totale di 1,6 miliardi di euro.
Nel complesso dell'assistenza territoriale, comprensiva di quella pubblica e privata, le confezioni dispensate sono state quasi 2 miliardi, con una differenza del -0,3% rispetto al 2018. Mentre le confezioni dei farmaci di classe A acquistati privatamente dal cittadino aumentano del 17,3%; aumentano dell'1,6% i farmaci di classe C con ricetta e rimangono pressochè stabili le confezioni dei farmaci di automedicazione (+0,4%).
Considerando le principali componenti della spesa farmaceutica convenzionata, si rileva “un aumento delle quantità (+0,9%), una lieve riduzione dei prezzi (-0,8%) e uno spostamento della prescrizione verso specialità meno costose (effetto mix: -1%)”.