Milano, 6 ago. – Per oltre un mese ha tenuto segregata, vittima di sevizie e maltrattamenti, la compagna all'interno nell'appartamento di una palazzina di viale Borri a Varese. Ieri, martedì 4 agosto, l'intervento dei poliziotti della squadra Volanti ha permesso di liberarla e di arrestare l'uomo, di origine tunisina, dopo una lunga trattativa.
A far scattare l'intervento è stata una lite tra i due conviventi. I due equipaggi delle Volanti, arrivati sul posto, si sono trovati di fronte l'uomo, pregiudicato e non in regola con i documenti per restare sul territorio nazionale, il quale impugnava “alcuni coltelli di grosse dimensioni, del tipo 'spaccaossa'”, impedendo l'ingresso e minacciando che avrebbe fatto saltare in aria il palazzo. Dopo diversi minuti di trattative – dall'appartamento arrivavano le urla di aiuto, “lancinanti”, della donna -, i poliziotti sono riusciti ad allontanarlo e a consentire al personale medico di prestare le prime cure alla vittima, poi trasportata in ospedale in codice verde.
Il pregiudicato, messo alle strette, si è calato dal balcone per tentare di fuggire. Raggiunto dagli agenti e isolato in una zona senza via di uscita, ha avuto inizio una estenuante mediazione per convincerlo a gettare i coltelli: alla fine si è arreso. L'arrestato deve rispondere di maltrattamenti, sequestro di persona, resistenza e minaccia aggravata a pubblico ufficiale. Per lui si sono aperte le porte della casa circondariale di Varese.