Le ore di attesa, la speranza, la paura davanti alla porta della sala operatoria di neurochirurgia. All'ospedale Umberto I oggi pomeriggio la mamma del bimbo ferito dalla Glock del nonno nell'appartamento in zona Fidene stringe forte tra le braccia l'altra figlia mentre è chiaro che per il più grande, sottoposto a un delicato intervento alla testa, non c'è ormai più speranza. Lascia la piccola solo un attimo, per non farle sentire cosa dicono i medici nel corridoio. "E' morto? E' morto?" chiede disperata. Del figlio, 7 anni ancora da compiere, è stata appena dichiarata la morte cerebrale mentre la polizia accompagna nello stesso ospedale anche il papà e il nonno, gli unici presenti in casa del 76enne quando la pistola ha fatto fuoco.
Sono stati portati via separati dall'appartamento al secondo piano di via Val Sillaro dove il papà del piccolo, residente a Palombara Sabina, lo aveva accompagnato questa mattina per farlo stare col nonno. Gli agenti della Scientifica, che hanno effettuato i rilievi in casa portando via vestiti e armi (tutte detenute legalmente), hanno analizzato anche le mani dei due uomini a caccia di eventuali tracce di polvere da sparo, nel tentativo di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti.