ROMA – ’’Tim darà la banda ultralarga a tutta Italia, con Open Fiber o senza. E manterrà la maggioranza di una società unica della rete, come è logico che sia. Siamo il candidato naturale a creare un’infrastruttura che risponda alle esigenze di digitalizzazione del Paese, ancora più forti dopo il blocco legato all’emergenza del Covid-19. E essere connessi, oggi più che mai, significa anche salvaguardare la coesione sociale’’. Così, in un’intervista a la Repubblica, Luigi Gubitosi, amministratore delegato di Tim. ’’Il consiglio Tim delibererà sulla creazione di FiberCop, ossia la società della rete secondaria, e sull’ingresso in quella società di Fastweb e Kkr. Poi si valuterà se siamo arrivati a una convergenza su come questa operazione possa confluire nel disegno più ampio di rete unica. Mi auguro si possa raggiungerla entro il 31 agosto. Ma in ogni caso saremo sempre disponibili, alle giuste condizioni, a trovare un’intesa anche dopo’’, spiega. Secondo Gubitosi ’’la maggioranza in capo a Tim non è una presa di posizione fine a sè stessa, ma riflette una specifica esigenza industriale che richiede il consolidamento nel nostro gruppo’’. Inoltre, essere in maggioranza nel capitale ma in minoranza in Cda ’’non avrebbe senso, così come non ha senso pensare ad azioni di diverse categorie, con o senza diritto di voto. Si può invece pensare a correttivi di governance, come maggioranze qualificate per alcune decisioni’’. Su come trovare una sintesi per unire le due reti, coinvolgere gli altri operatori, i loro azionisti e in particolare Cdp, dice: ’’Deve esserci ovviamente una convergenza sui valori, che devono essere congrui sia per Open Fiber che per il ramo di azienda che include la rete fissa di Tim. Noi siamo un’azienda infrastrutturale, non abbiamo alcun interesse nel cedere la rete, che è il cuore di qualunque incumbent, e trasformarla in una mera partecipazione finanziaria’’.